Personalizza le preferenze di consenso

Utilizziamo i cookie per aiutarti a navigare in maniera efficiente e a svolgere determinate funzioni. Troverai informazioni dettagliate su tutti i cookie sotto ogni categoria di consensi sottostanti. I cookie categorizzatati come “Necessari” vengono memorizzati sul tuo browser in quanto essenziali per consentire le funzionalità di base del sito.... 

Sempre attivi

I cookie necessari sono fondamentali per le funzioni di base del sito Web e il sito Web non funzionerà nel modo previsto senza di essi.Questi cookie non memorizzano dati identificativi personali.

Nessun cookie da visualizzare.

I cookie funzionali aiutano a svolgere determinate funzionalità come la condivisione del contenuto del sito Web su piattaforme di social media, la raccolta di feedback e altre funzionalità di terze parti.

Nessun cookie da visualizzare.

I cookie analitici vengono utilizzati per comprendere come i visitatori interagiscono con il sito Web. Questi cookie aiutano a fornire informazioni sulle metriche di numero di visitatori, frequenza di rimbalzo, fonte di traffico, ecc.

Nessun cookie da visualizzare.

I cookie per le prestazioni vengono utilizzati per comprendere e analizzare gli indici di prestazione chiave del sito Web che aiutano a fornire ai visitatori un'esperienza utente migliore.

Nessun cookie da visualizzare.

I cookie pubblicitari vengono utilizzati per fornire ai visitatori annunci pubblicitari personalizzati in base alle pagine visitate in precedenza e per analizzare l'efficacia della campagna pubblicitaria.

Nessun cookie da visualizzare.

ariaTeatro

Home > Produzioni > Itineranti > Il castello di K

Il castello di K

Franz Kafka, scrittore boemo, di lingua tedesca, ha scritto quasi tutte le sue opere di notte, come del resto molti poeti, mentre tutto il mondo fuori dormiva, e rilasciava il proprio respiro profondo, e forse proprio per questo l’intera sua scrittura è sempre intrinsecamente vicina al sogno o meglio all’incubo. Un incubo niente affatto colorato di immagini favolistiche o dall’ambientazione infantile e memoriale, quanto piuttosto un sogno sempre reale e quasi fotografico. Ma per chi lo legge, i suoi sono comunque incubi soavi e profondi, tormentati e irrisolti, imbevuti di uno strano realismo tragico e immobile.

Il Castello è l’ultimo sforzo dello scrittore di Praga, opera incompiuta e indecifrabile, ripudiata dall’autore stesso, dalla scrittura circolare e labirintica, frammentaria per sua stessa ammissione e forse proprio per questo bellissima e inspiegabile. Racconta di un uomo di mezza età, assunto presso uno strano villaggio, per svolgere l’attività di agrimensore, ma per iniziare la quale occorre l’autorizzazione del Castello sopra al villaggio stesso. Questa benedetta autorizzazione, per tutto il tempo anelata dal protagonista K., verrà ricercata fino allo spasimo, ma purtroppo mai raggiunta in un interminabile circolo vizioso dove tutto accade, perché nulla accada.

Si dice che Kafka leggesse i suoi libri agli amici ad alta voce, subito dopo averli scritti, e che nel caso del Castello lo abbia fatto ridendo, quasi tutto il tempo, raccontando cioè l’iperbolica tragicità di quella storia di solitudine e terribile angoscia, le cui vette potevano condurre solo ad una grottesca e corrosiva risata.

Spettacolo site specific in scena al Castello di Pergine.

ispirato a Il Castello di Kafka

regia Giuseppe Amato

con Christian Renzicchi e Monica Garavello

coproduzione ariaTeatro e Fondazione CastelPergine Onlus