Sospiro d’anima

Un cerchio di pietre illuminato da piccoli lumi. Un albero bianco, scarno. Scatole, cassetti, vecchi oggetti accatastati su cui siede una donna “anziana”. Appena fuori dal cerchio, un ragazzo, forse un “angelo”, suona una fisarmonica. La donna si muove in questo luogo fatto di poveri oggetti, raccontando la sua storia. Lo fa come fosse un saluto, l’ultimo saluto prima di “andarsene”.

Ritratto del leone

Willie “The Lion” Smith, il suo piano, la sua musica, le sue funamboliche esecuzioni, raccontate attraverso quadri sonori, in cui le sue parole, la poesia di Amiri Baraka, i rumori dell’ambiente e una musica che a volte arriva all’urlo, costruiscono situazioni diverse, frammenti di vita.

The lady sings the blues

Una donna. Un gruppo di musicisti seduti accanto a lei. Vecchi microfoni, vecchi dischi sparsi, sedie accatastate, bicchieri qua e là. Una scritta luminosa che scende dall’alto: “ON AIR”. Siamo in un luogo intimo: la sala di una vecchia radio anni 50. Dalla penombra e dal silenzio si sente suonare un disco: “Strange Fruit” e le prime parole confuse di una voce femminile.

Barabba’s quintet

Un concerto. Un “viaggio” tra parole e musica. Una voce che racconta i suoni e suoni che nascono piano per poi esplodere e far uscire nuove parole, nuove grida. Ed è proprio Il Grido umano, quello che cercano di attraversare i Barabba’s quintet con la fusione tra musica e poesia; il grido dell’anima, dell’amore, dell’esistenza, della rabbia, il grido di guerra e il grido in luoghi assediati.

Aisha

Il progetto nasce da una storia vera. Il racconto è dedicato ad una ex-ragazza soldato che vive in Costa d’Avorio e che ho conosciuto lavorando al progetto di un’operatrice che da anni si occupa delle ragazze vittime della guerra in Africa.